INPS sbaglia il calcolo della pensione? Il lavoratore va risarcito

INPS sbaglia il calcolo della pensione? Il lavoratore va risarcito
Anticipata cessazione del rapporto di lavoro e successivo rigetto della domanda di pensione di anzianità per insufficienza dei contributi versati?
In una recente sentenza (n°23050/2017) la Cassazione ha stabilito che, qualora l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale fornisca ad un suo assicurato informazioni inesatte sul periodo mancante alla maturazione del suo diritto alla pensione, dovrà risarcire il danno scaturito.
Distinzione tra estratto conto generico e certificato INPS
Imputare, nella pratica, l’errore di calcolo della pensione all’ente presuppone una fondamentale distinzione tra estratti conto generici INPS ed estratti conto certificati INPS.
I primi, infatti, contengono tutte le informazioni relative ai contributi previdenziali (obbligatori, volontari, risultanti dal riscatto degli anni di laurea…) accreditati al lavoratore e che fanno capo all’Istituto stesso. Questi documenti, per loro natura, possono contenere imprecisioni ed errori.
Caratteristica non attribuibile, al contrario, ai secondi, che hanno valenza di certificazione a tutti gli effetti.
In altre parole, per la Cassazione, la responsabilità del fatto è attribuita all’INPS solo quando sia coinvolto l’estratto conto certificato, esibito dall’Istituto previa specifica richiesta del lavoratore.
Le informazioni contenute devono, inoltre, presentare uno o più errori non evidenti o palesi, che qualunque soggetto dotato di media diligenza avrebbe potuto rilevare.
Tali informazioni devono infine essere tassativamente circoscritte ai dati riguardanti la posizione assicurativa dell’interessato.
Una volta accertata la responsabilità dell’INPS, il lavoratore non è in alcun modo tenuto a restituire eventuali arretrati percepiti in seguito all’errore commesso dall’ente.
Sarà l’Istituto a quantificare il “nuovo” importo della pensione effettivamente di pertinenza all’assicurato.