Compensatio lucri cum damno

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Come si applica la compensatio lucri cum damno in campo di responsabilità medica?

Il caso di oggi, definito nella sentenza della Corte di Cassazione n. 12567/18 depositata il 22 maggio, tratta di un episodio di malasanità ai danni di un neonato. La vicenda giudiziaria coinvolge i genitori dell’infante che hanno richiesto alla Corte un risarcimento danni causati dall’esecuzione tardiva di un parto cesareo.

In seguito a questo episodio di negligenza medica infatti, il neonato è nato con una grave ipossia cerebrale causa di postumi permanenti nel piccolo. Per questa ragione i genitori hanno richiesto un risarcimento dei danni patrimoniali da parte del medico di turno, del primario di reparto e dell’Azienda ospedaliera.

Dopo che il Tribunale ha riconosciuto il risarcimento ai due genitori però la Corte di Appello di Brescia ha deciso di riformare la sentenza: avendo il neonato già diritto ad un’indennità di accompagnamento erogata dall’INPS a causa delle lesioni permanenti subite, la Corte è intervenuta sull’ammontare della liquidazione del danno.

Il caso è stato dunque sottoposto alla Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione che, con ordinanza interlocutoria n. 15537/17, ha rimesso gli atti al Primo Presidente per l’assegnazione del ricorso alle Sezioni Unite: la discussione si è orientata quindi sul valutare se in questo caso dovesse essere riconosciuta la cumulabilità dell’indennità di accompagnamento con il risarcimento del danno ricevuto oppure se dovesse essere applicata la cosiddetta compensatio lucri cum damno.

Il verdetto delle Sezioni Unite

Ma cosa significa compensatio lucri cum damno?
La formula si riferisce ai casi nei quali il compimento di un fatto illecito produce anche conseguenze vantaggiose. In questi casi il risarcimento va determinato:

  • calcolando anche gli eventuali vantaggi che possono essere conseguenza stessa dell’atto che ha prodotto il danno;
  • detraendo questi vantaggi dall’ammontare del danno da risarcire.

Nel caso preso in esame le Sezioni Unite hanno deciso di riconoscere l’applicabilità della compensatio, stabilendo che l’ammontare del danno subito dal neonato debba sottrarsi al valore dell’indennità che questi ha comunque ottenuto dall’INPS proprio a causa delle lesioni riportate.

Tag# Malasanità

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