L’Italia si allinea alle Direttive Europee per il reato di femminicidio
Aggressioni fisiche, femminicidi e reati violenti sono, purtroppo, argomenti di cronaca all’ordine del giorno.
L’Italia ha recentemente ottemperato alla Direttiva Europea CE/2004/80, che impone agli Stati membri dell’UE di dotarsi di normative che prevedano l’erogazione di un giusto ed equo compenso per le vittime di reati intenzionali violenti commessi sui propri territori nazionali.
Un primo approccio alla questione da parte del Parlamento Italiano ha avuto luogo con la Legge 122/2016, focalizzata sul chiarimento di quali fossero le condizioni necessarie per avere diritto ad un indennizzo.
Lo scorso 10 ottobre è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministro dell’Interno e del Ministro della Giustizia che dà esecuzione alla Legge precedentemente disposta, e la integra con precise quantificazioni relativamente all’indennizzo da corrispondere alle vittime.
A quanto ammonta l’indennizzo previsto?
Per ogni reato è previsto un preciso corrispettivo, a carico del “Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti” che ammonta a circa 2,6 Miliardi di Euro annui:
- 7200€ per il reato di omicidio (che sale a 8200€ in favore dei figli della vittima);
- 4800€ per le vittime di violenza sessuale;
- in tutti gli altri casi sono corrisposti 3000€, a rimborso delle spese mediche ed assistenziali.
Le reazioni
Non sono mancate proteste e critiche da parte di associazioni che assistono donne e dai centri antiviolenza, che reputano irrisori i risarcimenti previsti.
Di fronte a tali disapprovazioni lo Stato si è dichiarato pronto a quadruplicare tali importi, mediante un provvedimento che verrà inserito nella Legge di Stabilità.
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