Durata massima dell’infortunio sul lavoro: tutto quello che devi sapere
Gli infortuni sul lavoro sono eventi che possono capitare anche quando si adottano tutte le misure di sicurezza. Ma cosa succede dopo l’infortunio? Quanto può durare l’assenza dal lavoro? E a quali indennizzi e compensi ha diritto il lavoratore?
Nelle prossime righe, rispondiamo a queste e ad altre domande.
Cos’è l’infortunio sul lavoro
Per infortunio sul lavoro si intende un evento improvviso e violento, avvenuto per causa o in occasione del lavoro, da cui deriva una lesione fisica o psicologica.
I tipi di infortuni sul lavoro più diffusi sono:
- Cadute dall’alto o in piano
- Urti e schiacciamenti
- Tagli e abrasioni
- Elettrocuzioni e folgorazioni
- Esplosioni e incendi
- Investimenti da veicoli
- Movimentazione manuale dei carichi
Le cause principali sono riconducibili a:
- Carenze di sicurezza: macchinari o luoghi di lavoro non a norma
- Stress e stanchezza del lavoratore
- Procedure non standardizzate
- Formazione inadeguata
- Dispositivi di protezione mancanti o usati male
Come avviene il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro
Per essere riconosciuto dall’INAIL, l’infortunio sul lavoro deve essere denunciato dal datore di lavoro entro 2 giorni dall’evento o dal momento in cui ne viene a conoscenza.
Il lavoratore infortunato deve ricevere le prime cure e, se necessario, essere sottoposto a visita da parte del medico aziendale entro 24 ore. Sarà poi compito del medico redigere il certificato medico e inviarlo all’INAIL per via telematica.
L’Istituto avvia quindi l’iter per l’accertamento, con eventuali approfondimenti tramite l’ASL di competenza. Una volta riconosciuto l’infortunio, l’INAIL eroga le prestazioni economiche e sanitarie previste.
Per approfondire: Infortunio sul lavoro: cosa fare per ottenere tutti i risarcimenti per danni.
Durata e limiti dell’assenza del lavoratore per infortunio sul lavoro
In caso di infortunio sul lavoro, non esiste un periodo massimo di assenza predeterminato per legge. Anche il cosiddetto periodo di comporto, entro il quale il datore di lavoro è tenuto a conservare il posto del lavoratore, non prevede un numero massimo di giorni di assenza per infortunio sul lavoro; lo ha stabilito la Cassazione civile, sezione lavoro, con la sentenza n. 14756 del 12 giugno 2013.
Inoltre, è bene sapere che, se viene riconosciuta un’inabilità permanente superiore al 60%, il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto fino a completa guarigione clinica certificata.
Cosa succede nei primi 90 giorni
Nei primi 3 giorni di infortunio, il lavoratore riceve una retribuzione piena anticipata dal datore di lavoro.
Dal 4° al 90° giorno, subentra l‘indennità INAIL pari al 60% della retribuzione media giornaliera.
In questa fase il lavoratore riceve anche tutte le cure necessarie a spese dell’INAIL.
L’indennità non può comunque superare il massimale giornaliero stabilito ogni anno dall’INAIL.
Cosa succede dopo 90 giorni
Superati i 90 giorni, scatta un aumento dell’indennità INAIL al 75% della retribuzione media giornaliera.
Anche in questo caso è previsto un massimale giornaliero.
L’indennità viene erogata fino a guarigione clinica, certificata dai medici INAIL.
In caso di inabilità permanente, viene corrisposta una rendita commisurata al grado di invalidità.
Il ruolo e gli obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro ha precisi obblighi di legge in materia di prevenzione, gestione e notifica degli infortuni.
In particolare deve:
- Formare e informare i dipendenti sui rischi.
- Fornire dispositivi di protezione individuale.
- Verificare periodicamente macchinari e ambienti di lavoro.
- Denunciare l’infortunio entro 48 ore all’INAIL.
- Pagare la retribuzione piena per i primi 3 giorni.
- Reintegrare il lavoratore al termine del periodo di inabilità.
L’inadempimento di questi obblighi può comportare sanzioni amministrative e penali.
Leggi anche: Risarcimento danni per grave infortunio sul lavoro con invalidità permanente: la storia di Paolo.
Come prevenire gli infortuni sul lavoro
Gli infortuni possono essere ridotti al minimo tramite:
- Valutazione dei rischi: per identificare le criticità e adottare le misure preventive.
- Formazione: per informare i lavoratori sui rischi e le corrette procedure operative.
- Manutenzione: per mantenere luoghi e attrezzature di lavoro sicuri.
- Dispositivi di protezione individuale: da usare secondo necessità.
- Sorveglianza sanitaria: visite mediche per verificare l’idoneità alla mansione specifica.
- Gestione degli appalti: coordinamento con imprese appaltatrici per garantire standard di sicurezza.
Agendo su questi fattori, è possibile azzerare o ridurre in modo consistente il rischio di infortuni sul lavoro.
Quando rivolgersi a un consulente
In caso di infortunio, è bene rivolgersi a un professionista esperto per tutelare i propri diritti, per esempio se:
- Hai dubbi sulle cause e sulle responsabilità dell’infortunio.
- Ritieni ci siano state violazioni in materia di sicurezza.
- L’indennizzo INAIL appare insufficiente.
- Temi un demansionamento o un licenziamento illegittimo.
- Valuti la possibilità di una richiesta di danno differenziale.
Con l’assistenza di un legale competente, puoi ottenere il giusto risarcimento e riprendere a lavorare in condizioni di sicurezza e di serenità.
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