Tossani Insieme: il caso di Mauro e della sua polizza infortuni, un storia oltre il limite del “buon senso”

Mauro non riusciva a capacitarsi di come, anche se per dieci anni aveva sempre pagato il premio della polizza infortuni personale, la compagnia di assicurazione non volesse liquidargli dopo un grave incidente con la moto, nemmeno un euro perché da circa tre anni era diventato diabetico.

Andiamo con ordine e raccontiamo la sua storia paradossale.

La sera del 15 aprile 2016, mentre stava tornando nella sua casa di Morbegno nella bassa Valtellina, alla guida della sua moto in uscita ad uno svincolo presso una rotatoria, Mauro viene urtato da un grosso autoarticolato sul fianco, a causa della distrazione del conducente intento ad inviare un sms, incorrendo in lesioni fisiche gravissime a seguito della quali, nonostante i disperati tentativi dei sanitari, gli vengono amputati gli arti inferiori.

Dopo alcuni mesi di ricovero presso un noto ospedale milanese, la compagnia di assicurazione dell’autoarticolato, su impulso e richiesta di noi della Tossani, a cui lui e la sua famiglia si erano rivolti per essere assistiti, riceve un primo acconto sul risarcimento per euro 130.000.

Successivamente, una volta dimesso dall’ospedale e dopo l’amputazione degli arti, entro un anno circa dall’incidente, e dopo le visite medico legali e lunghe trattative, siamo riusciti con soddisfazione a fare ottenere a Mauro e alla sua famiglia quasi 2.000.000 di euro di risarcimento.
Ma la battaglia per i diritti di Mauro non era ancora finita.

Dieci anni prima infatti, nel 2006, Mauro aveva stipulato una polizza infortuni del conducente, per la quale aveva sempre pagato il premio, e che prevedeva la liquidazione di un massimale intero di euro 100.000 in caso di infortunio con invalidità pari ovvero superiore ai sessanta punti, proprio come nel suo caso.
Tuttavia, quella doveva essere una liquidazione del massimale previsto, immediata e non contestata, dopo anni di fedele assicurazione, si è rivelata una “odissea liquidativa”.

Mauro infatti, da circa tre anni prima dell’incidente era diventato diabetico, in ogni caso non insulinico, circostanza che era poi sopravvenuta all’attenzione della sua compagnia di assicurazione nel contesto delle visite medico legali successive all’incidente, e che era ritenuto da quest’ultima motivo per respingere il diritto di Mauro ad essere indennizzato.

La compagnia di assicurazione inoltre si era addirittura espressa nell’affermare che se avesse saputo del diabete, non avrebbe assicurato Mauro, poiché le persone diabetiche sono ritenute più soggette a possibili incidenti con conseguente aumento del rischio assicurativo, e che non avendolo lui riferito il contratto era da ritenersi nullo (anche se si era ammalato successivamente), contestualmente inviandogli la disdetta, senza tuttavia preoccuparsi almeno di restituirgli i premi di polizza che aveva pagato negli anni.

È facile intuire lo stupore di Mauro e dei suoi famigliari che non erano consapevoli del fatto di dovere informare l’assicurazione del suo diabete, anche perché mai il loro agente assicurativo gli aveva riferito di questo loro obbligo.

La Direzione liquidativa di noi in Tossani, in questo caso con comprensibile e considerevole “rabbia”, ha immediatamente e con decisione, evidenziato alla assicurazione che la loro motivazione era pretestuosa e profondamente ingiusta.

È innegabile infatti che la condizione di affezione da diabete espone le persone a maggiori rischi, per esempio in relazione alla lucidità nelle reazioni e nell’equilibrio, ed è evidente quindi che il “rischio” per le assicurazioni in tali casi aumenta, consentendo loro di decidere di non assicurare ovvero richiedere un premio di polizza maggiorato, tuttavia nel caso di Mauro, la sua condizione di diabetico non era minimamente in nesso di causa con la dinamica dell’incidente, atteso che l’autoarticolato avrebbe potuto investire chiunque e non era rovinato addosso a Mauro perché lo stesso avevo perso l’equilibrio ovvero era svenuto.

L’ufficio liquidativo Tossani, con un atteggiamento in questo caso al limite fra lo sdegno e il sarcasmo, ha sfidato giuridicamente la direzione sinistri della assicurazione sul loro stesso piano, invitandola a dimostrare quale fosse secondo loro la correlazione fra un veicolo a motore che sbanda e il diabete di chi da quest’ultimo viene investito, provocandoli quasi a trovare sentenze in giurisprudenza che potessero sostenere le loro tesi.

Pertanto ed in ultimo, non sono stati in grado, come prevedibile, di dimostrare perché un diabetico farebbe aumentare un “rischio assicurativo” inducendo con la sua malattia un automezzo ad andargli addosso per strada.

Il dialogo con l’assicurazione fu lungo, e articolato su vari temi di affidabilità e buona fede fra le parti in un contratto, e dopo avere paventato in modo chiaro e deciso che Mauro avrebbe intentato una causa, oltre che, per una volta mettendo da parte lo spirito di professionalità e riservatezza che ci ha sempre contraddistinto in Tossani, di rivolgersi anche agli organi stampa, Mauro ha finalmente ottenuto nel 2018 la liquidazione del suo indennizzo per 100.000 euro.

Un’altra battaglia vinta, anche se in questo caso, non vi sarebbe dovuto esserci neanche il motivo di intraprenderla, poiché nella realtà, sarebbe bastato il buon senso.

 

 

* Per proteggere la privacy dei nostri clienti, i nominativi citati nel presente articolo sono di fantasia.

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