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Incidente mortale in moto: quali sono i rischi di ottenere meno del giusto risarcimento, se sei straniero


Blog post
21 Settembre 2021

La storia di Karim

Originario del Pakistan, Karim viveva in Italia dal 2014. A soli vent’anni, aveva deciso di raggiungere a Bologna suo fratello, Jacob, che lavorava da qualche tempo in un’azienda di traslochi. Tanti erano i sogni e le aspettative di Karim per sé e per la sua famiglia, composta dal padre, la madre e altre tre sorelle, che lo aspettavano ogni anno per le vacanze nel Paese d’origine.

Si sentiva tutte le sere con loro, dall’Italia, soprattutto con sua madre che, ogni volta, gli passava al telefono gli altri familiari per un saluto.

Karim lavorava sodo e, insieme a suo fratello Jacob, si stava organizzando per far ottenere un visto alla madre, perché potesse venire a trovarli in Italia, almeno per una volta. Così, mese dopo mese, i due ragazzi risparmiavano i soldi per acquistare il biglietto per il volo aereo per la madre.

L’incidente mortale in scooter

La tragica svolta nella vita di Karim avviene la sera del 20 gennaio 2021.

Fermo a un semaforo in una zona periferica di Bologna sul suo scooter, Karim viene travolto da un’auto che, nonostante il semaforo rosso e lo scarso traffico, causa restrizioni anti-covid, lo colpisce per distrazione, sbalzandolo in avanti per 20 metri.

L’immediato intervento dei soccorritori è vano: Karim è morto sul colpo.

La scelta del fratello e della famiglia: incaricare dei professionisti del risarcimento danni per incidenti stradali mortali

Tre giorni dopo, su consiglio del titolare dell’azienda di traslochi per cui lavoravano i due fratelli, Jacob contatta Infortunistica Tossani e racconta il fatto. Nei giorni successivi, ci organizziamo per tutelare gli interessi della famiglia e chiedere il risarcimento del danno.

A luglio, il nostro avvocato penalista, a disposizione per assistere la famiglia, ci consegna i documenti della Procura della Repubblica. Al termine di una breve inchiesta, l’autista dell’auto è stato rinviato a giudizio e ha patteggiato la pena.

In estate iniziano le trattative con la compagnia di assicurazione per il risarcimento del danno. Il dialogo è costruttivo, sia in relazione alla dinamica del sinistro, in quanto riconoscono in pieno la responsabilità del loro assicurato, sia per l’autenticazione e la conformità dei documenti anagrafici inviati dalla famiglia dal Pakistan.

L’errore del liquidatore della compagnia assicurativa

Tuttavia, quando si tratta di arrivare a un accordo giusto ed equo per gli importi da risarcire a ogni membro della famiglia di Karim, l’assicurazione, per mezzo del suo liquidatore, propone somme non conformi a quelle che avrebbe offerto a una famiglia italiana.

Il liquidatore si rifà a indicazioni e previsioni superate da tempo dalla nostra Corte di Cassazione, che prevedevano l’adeguamento degli importi risarcibili al costo della vita del Paese di origine del deceduto, nonché del Paese di residenza dei parenti aventi diritto. 

Conoscendo la fallacia di questa indicazione, abbiamo intrapreso un lungo dialogo con l’ufficio liquidativo dell’assicurazione, esponendo numerosi precedenti della nostra Corte Suprema.

Nonostante ci limitassimo a chiedere il giusto riconoscimento dei diritti della famiglia di Karim, il liquidatore, un giovane neolaureato da poco assunto, continuava a proporre somme inferiori alla metà di quelle che avrebbe riconosciuto a una famiglia italiana.

La mossa di Infortunistica Tossani per ottenere il giusto risarcimento dei danni

Non è nel nostro stile professionale, né appartiene al nostro modo di lavorare, ma, costretti ad agire di fronte a una simile ingiustificata intransigenza e impreparazione tecnico-giuridica, il nome storico di Infortunistica Tossani ha fatto la differenza: le conoscenze dirette e il peso del nostro nome negli anni, ci ha permesso di contattare e parlare con la direzione della compagnia assicurativa.

Alla direzione abbiamo esposto l’errore del liquidatore, con tutta probabilità dovuto alla sua giovane età e alla sua scarsa esperienza. In pochi giorni, dopo un dialogo costruttivo con un dirigente sinistri competente, siamo riusciti a raggiungere un accordo per ottenere un risarcimento equo.

Oggi, Jacob vive e lavora ancora in Italia e, insieme ai suoi cari in Pakistan, ha ricevuto il dovuto risarcimento.

Siamo orgogliosi di aver risparmiato a questa famiglia un’ulteriore sofferenza: una lunga causa nel nostro Paese che avrebbe solo aggiunto altro dolore al ricordo di Karim.

Nota bene: per rispetto della privacy dei nostri clienti, i nomi citati in questo caso sono di pura fantasia.

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