A passeggio con la mamma, bimba cade a causa di una buca

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Durante una passeggiata con la mamma, una bambina di 2 anni inciampa in una buca lungo la strada che le due stavano percorrendo, riportando una brutta lesione.

Per la Suprema Corte la colpa della donna è evidente ed unica: avrebbe dovuto osservare attentamente la figlia, tenendo presenti le precarie condizioni della via.

Nessun risarcimento previsto, quindi, da parte di un Comune pugliese, nei confronti della bimba infortunata.

Per i Giudici della Cassazione (Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 3, ordinanza n. 29891/17; depositata il 13 dicembre), infatti, la donna ha tenuto un comportamento disattento e colpevole, non monitorando in maniera puntuale e vigile i movimenti della piccola ed è stata quindi unica responsabile del piccolo incidente.

A nulla sono servite le obiezioni poste dal marito della donna, che si è soffermato sulla “insidia imprevedibile, anche per un adulto” rappresentata dalla “conformazione della strada” e che pretendeva quantomeno una “corresponsabilità dell’amministrazione comunale” per i danni riportati dalla figlia.

Per i Giudici del Palazzaccio, invece, è proprio il dato di fatto richiamato, ovvero lo stato dei luoghi, a rendere evidente la “culpa in vigilando” della madre. La presenza di “una buca di grandi dimensioni, collocata a ridosso del marciapiede e tale da indurre i pedoni a transitare sulla strada, e non sul marciapiede, proprio allo scopo di evitarla” fa infatti emergere come la donna sia venuta meno ai propri doveri di diligenza, nonché all’obbligo di “sorvegliare la condotta della figlia per garantirne la tutela”, soprattutto in considerazione dell’età della bambina e della palese pericolosità del tratto stradale che madre e figlia stavano percorrendo.

I Magistrati ritengono, in altre parole, che l’accadimento era da ritenersi “prevedibile” e quindi facilmente “evitabile”.

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